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Appunti dal cinema uzbeko
Nel 2012 nel quartiere periferico di Mosca, Golyanovo, un gruppo di attivisti per i diritti umani si imbatte in dodici persone, tra cui bambini, “lavoratori” in condizioni di assoluta schiavitù presso uno dei tanti piccoli alimentari aperti 24h. Il negozio, gestito da una coppia di kazaki, moglie e marito, era un inferno per alcuni emigrati provenienti da Uzbekistan, Kazakistan e Tagikistan già dal 2009 e ad oggi non è un caso risolto, nonostante le fughe e le denunce. L’episodio di cronaca è alla base del film del regista uzbeko Michael Borodin “Produkty 24- Convenience Store” presentato nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale.