Kinomann. Una storia tedesca

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  Kinomann. Un documentario sul cinema

Kinomann! Nelle lande desolate della Sassonia- Anhalt forse non tutte le speranze sono dissolte nei risultati elettorali. Helmut Göldner, 75 anni, dalla minuscola frazione di Sieglitz corre indomito per villaggi, scuole, ospedali, case di riposo e mercati proiettando film con il suo fedele macchinario Ernemann degli anni Trenta.
Un uomo “di cinema” raccontato in un documentario da Matthias Ditscherlein (“Kinomann”, Mr. Cinema per l’appunto) che inciampa sulla storia grazie a un articolo della stampa locale. Non c’è nulla che possa fermare Helmut, neanche il crollo del Muro, neanche la propaganda della DDR alla quale ha sempre preferito le commedie, da quando aveva quindici anni e si ritrovò a sostituire il proiezionista malato nella cittadina Könnern.

Storie itineranti

Helmut viaggia per territori scabri tra la Sassonia e il Brandeburgo, srotolando cavi e fissando pesanti bulloni per reggere lo schermo; arriva dove non ci sono cinema e punti di ritrovo acquisendo la fama di proiezionista mobile più longevo di tutta la Germania. Una attività fisicamente impegnativa che traina con sé anche costosi affitti di film, licenze e prezzi del biglietto in villaggi abitati da molti disoccupati.
A seguire Helmut nell’eroica impresa, a casa o in tour, la moglie Rita, conosciuta più di cinquant’anni fa durante una proiezione, e la figlia Heike, entrambe sospese tra ironia e apprensione per la salute di un amabile cocciuto che non vuole mollare la sua passione. Un business quasi di famiglia dove la star indiscussa resta Helmut e il suo hobby-lavoro che diventa a forza quello di chi lo circonda.

Ironia e cuore, senza pausa

Vecchi e nuovi film, perle in bianco e nero e successi popolari portati in luoghi improbabili in cui spicca la sua competenza (la luminosità, la giusta distanza dallo schermo) e una comprensibile cinefila intolleranza per il chiasso degli ubriachi che sovrasta i dialoghi. Rita accuratamente incolla poster, pulisce il vecchio proiettore e borbotta quando Helmut si ostina a scrivere sulle locandine ora e luogo con il pennarello invece di usare una stampante.
Heike lo segue in qualche trasferta imparando a gestire la proiezione da sola. Sarà lei a portare avanti l’impresa di famiglia? Ditscherlein non si arena ai servizi di Mr. Cinema alla comunità a cui appartiene o a quelle che visita ma entra nelle dinamiche domestiche e nella semplicità della vita di provincia fatta di coltivazione di patate e di polli nei cortili.
E si torna al Cinema Capitol di Bernburg dove il nostro si è iniziato al proiettore ed ha imparato il mestiere: un’arte di dedizione e tecnica. L’entusiasmo è ancora lì, intatto: “Continuerò a proiettare film fino a quando avrò compiuto cento anni”, dice. Tanti auguri Helmut!

Pubblicato su Alias- Il Manifesto per la rubrica “Moscow Mule”

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