New York, la seconda volta

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Ritorni che non sono mai assenze

Ci sono molte ansie prima di un viaggio, eppure ogni esperienza è a sé stante, come prima di una anestesia: dopo l’operazione non si ha memoria di come e quando precisamente ci si è addormentati. Esercizio della ripetizione, educazione alla stessa? Avrò la stessa incoscienza nei confronti dello spazio di New York dopo otto anni? Sono in cerca, come una folle, di un oracolo favorevole.

Ad Halloween la gente gira in maschera per una settimana. Gira in maschera anche se la festa è finita o deve ancora iniziare. Le case vengono decorate all’esterno con zucche, ragni e ragnatele, come nei film. Quando tutto volge al termine, lo spirito vagamente ilare continua a muoversi, come la gente sulle strade, spinto da una forza motrice interna a base di cocaina. L’aria è dolce, nonostante sia già iniziato il mese di novembre. Non è difficile conoscere gente a NYC, per me molto più semplice che a Berlino e quando ci si affeziona un po’ a qualcuno si vive l’ebbrezza di aver scoperto un elisir contro l’anonimato della città. Le cene sono costose, l’alcool anche. Si cammina e si prendono tranci di pizza al volo per risparmiare. Le notti nel mio quartiere, New Lots, sono crude. A volte mi svegliano i rumori delle strade, urla, sirene, autoradio e pare che ognuno ti segua con lo sguardo anche al di là dei muri per capire se di te si può fidare. Così giungo a sentirmi come un gatto perso, spiaggiato, ai confini del consumismo.

Oceano e coniglio bianco

Sono arrivata qui una settimana fa ma ero già qui molte altre volte. Una vita anteriore espansa ad oggi. Qui solo questo ha senso: una immanenza eterna dove ogni scadenza è dilatata per essere compressa da beghe ed eccitazione. In un mondo promiscuo, veloce e puzzolente, ugualmente si continua a inseguire il coniglio bianco.

Non dimenticarti del mare. Esatto. Una sabbia scura e le onde così irregolari, sembra che il mare a NYC sia messo lì a caso, per un eccesso di ira o impeto. Forse è l’effetto di un autunno assolato ma ventoso, dimentico dell’estate. Comunque, Rockaway Beach è meno interessante di Coney Island. Sandwich al formaggio, uova e pastrami nella domenica del mercato, a Dumbo. Ma tu dove sei? Nelle attese di una comunicazione fumo sigarette al mentolo sui gradini dell’ingresso dell’appartamento che condivido con altre tre persone. E un unico bagno. Sul mio materasso c’è una fodera di plastica come se fosse appena scappato dall’Ikea, dicono che sia il metodo migliore per evitare i mozzichi dei temutissimi bed bugs.

Scegli una risposta

Se le risposte non arrivano le decidi tu. Il resto è solo fracasso. A Redhook c’è l’odore del pesce. A Chelsea e West Village il profumo buono che mettevamo per le feste di paese, così dolciastro da aprire mondi. Dalla High Line osservo la fame del tramonto mentre divora i grattacieli neri e lontani, e io che immaginavo di camminare con te a Central Park! Mi addormento nella metropolitana, mente la gente attorno si dirada. Non mi perdo d’animo e sintonizzo il sogno semplicemente su altre frequenze.

 

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